statement - SILVIA INFRANCO

S I L V IA I N F R A N C O
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IT

La ricerca artistica di Silvia Infranco si sviluppa osservando come differenti superfici organiche rispondono ad accadimenti mnemonici. In tale dimensione, diventa primario il rapporto che si innesca tra la superficie indagata e la sua appropriazione razionalmente determinata o affidata ad elementi esterni rispetto ai quali il gesto artistico funge unicamente da elemento di connessione.
Cera, carta, legno compongono superfici che, sottoposte ad appropriazione per stratificazione, o macerazione, o asportazione, o inclusione oggettuale, si impressionano, restituendo allo sguardo nuove scritture, memorie ed immagini. Attraverso questi processi, che conducono ad esiti alchemici e affioramenti segnici, si compone una nuova organicità di superficie che vive attraverso lo strato di impressioni sovrapposte o l’asportazione e la ricomposizione dello stesso strato. La natura organica dei materiali scelti (siano essi supporto o mezzo di intervento su quest’ultimo) costituisce un elemento molto importante nella ricerca artistica dell'artista. L’uso della cera, pressoché costante, si connette ad una della principali caratteristiche di questa sostanza, ovvero al suo essere estremamente impressionabile e di memoria, mentre il frequente ricorso all’acqua che interviene, soprattutto, nel processo di macerazione delle carte, assume il significato di elemento connesso alla vita, alla rinascita, ma anche alla morte; l’acqua risana, feconda, purifica, ma anche decompone.
Cera ed acqua sono sostanze che si legano all’affettività primaria, alle esperienze elementari di tatto, di sensibil­ità al calore, al freddo, o anche all’idea di cancellare o del sigillare, per tale motivo l'artista trova particolarmente interessante osservare gli esiti che tramite le stesse si determinano visivamente e tattilmente su differenti organicità di superficie. A ciò si associa un particolare interesse per la dimensione del decorso temporale, sia che lo stesso determini accumulo, sia che inneschi macerazione e consunzione. In entrambi i casi, l’uso della cera interviene travali­cando il tempo ora sigillando scritture segniche, ora sospendendo e preservando una superficie ormai fragile per il suo vissuto. L’intento che prevale è quello di arrestare la disgregazione, la cancellazione, preservando una dimensione rarefatta che si allontana dal reale, ma che allo stesso tempo rivive attraverso l’organicità, il movimento, il calore nella cera e nell’acqua insiti ed evocati.
EN

Infranco's artistic research is developed by observing how different organic surfaces respond to mnemonic events. In this dimension, it becomes the primary relationship that is triggered between the surface being investi­gated and its appropriation, which is rationally determined or entrusted to external elements with which the artistic gesture serves only as a connecting element.
Once wax, paper and wood have been subjected to appropriation by stratification maceration, removal, or the inclusion of objects, they become surfaces that convey impressions to you. When you look at them, they evoke new writings, memories and images. Through these processes, leading to significant alchemical and surface results, a new organicity of the surface is pro­duced that lives through the layer of superimposed impressions or the removal and re-composition of the layer itself. The organic nature of the materials chosen (whether are the support or applied onto the latter) constitutes a very important element in my artistic research. The almost constant use of wax is connected to one of the main characteristics of this substance, which is its extreme ability to take and hold an impression. The frequent use of water involved, especially in the process of macerating the paper, takes on the meaning of the element connected to life and rebirth, but also to death. Water heals, fertilises and cleanses, but also decomposes.
Wax and water are substances that make a link to primary affectivity, to the elementary expe­riences of touch, of sensitivity to heat and cold, or even to the idea of removing or sealing. For this reason, I find it particularly interesting to see the visual and tactile results that they produce on different organic surfaces. This is combined with a special interest in the dimension of the passage of the time, whether this results in accumulation or triggers maceration and consumption. In both cases, the use of wax acts to over­come time, whether by sealing signs and scriptures, or by suspending and preserving an already fragile sur­face for its lifetime. The main idea is to stop the disintegration and deletion, preserving a rarefied dimension at a distance from reality. However, at the same time, through its organicity, it relives the movement and the heat that are involved in and evoked by the wax and the water.
© 2O23 Silvia Infranco | all rights reserved
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